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CANTONEDipendenti di Rainbow non informati del fallimento? «Sarebbe scandaloso»

01.05.24 - 10:32
L'amarezza di Giangiorgio Gargantini, segretario cantonale di UNIA, per la comunicazione della società specializzata in servizi di sicurezza
TiPress
Dipendenti di Rainbow non informati del fallimento? «Sarebbe scandaloso»
L'amarezza di Giangiorgio Gargantini, segretario cantonale di UNIA, per la comunicazione della società specializzata in servizi di sicurezza

BELLINZONA - Per qualcuno è un primo maggio amaro. La Festa dei lavoratori festa non è, almeno per i dipendenti della Rainbow SA. Dopo le voci iniziate a circolare ieri pomeriggio ecco la conferma: la ditta specializzata in servizi di sicurezza e sorveglianza è giunta al capolinea. Fondata nel 2000, la società ha comunicato ieri la liquidazione e la conseguente chiusura alla sezione di esecuzione e fallimento. Il sito della società, in funzione fino a ieri, oggi è stato disattivato.

Una chiusura, secondo quanto appreso, che sarebbe stata annunciata nella giornata di ieri ai clienti e, internamente (a voce), ad alcuni responsabili. E i dipendenti? La Rainbow attualmente conta una ventina di collaboratori. «Per ora non c'è nessuna conferma, ma se dovesse essere il caso, sarebbe estremamente grave non tanto per la bancarotta, su cui non possiamo esprimerci non conoscendo la situazione dell'azienda, ma per il fatto che un fallimento sia già stato dichiarato e che non ci sia stata ancora nessuna comunicazione con i lavoratori», sottolinea Giangiorgio Gargantini, segretario cantonale di UNIA. «In questo momento non tutti sanno ancora che la loro azienda è già stata dichiarata in fallimento».

Fonti interne alla ditta riferiscono di una situazione difficile che si protraeva ormai da almeno un paio di mesi. «Sembrerebbero esserci diverse mensilità in sospeso per i collaboratori», continua Gargantini. «Se questo scenario dovesse confermarsi nei prossimi giorni, sarebbe estremamente grave».

Una situazione non nuova. «Sono già capitate in passato esperienze simili: lavoratori che arrivano la mattina e trovano la porta chiusa senza sapere perché. Purtroppo, sono realtà già accadute». Cosa si può fare ora? «In caso di fallimento bisogna capire quale sia poi la massa fallimentare e dove si può andare eventualmente a recuperare qualcosa per pagare i crediti salariali. Ma questo sarà compito delle autorità preposte. Spesso queste procedure sono volte a nascondere degli attivi o, eventualmente, a spostare degli attivi per evitare che finiscano nella massa salariale».

Gargantini rincara però la dose. «Bisogna sottolineare che si tratta di un settore nel quale l'azienda privata riceve un mandato da parte dello Stato esercitare la sicurezza. Da questo tipo di azienda ci si deve aspettare maggiore responsabilità e professionalità. Esprimo la mia solidarietà verso i lavoratori coinvolti. È una coincidenza triste», ha concluso Gargantini.

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